Visitare la regione del Verdicchio: un wine tour da scoprire

Jesi, città dei castelli e del verdicchio

 Un giro virtuale tra i territori ricchi di storia in cui nasce il Verdicchio DOC: la passeggiata si snoda tra le colline di Jesi e di Matelica, passando per l’Alta Vallesina. Qui il paesaggio, con oltre 2mila ettari di vigneti, incanta quanto la degustazione del vino principe delle Marche.

Il Verdicchio, l’uva bianca autoctona più celebre e diffusa delle Marche, nasce nella zona dei Castelli di Jesi (in provincia di Ancona) da un vitigno antichissimo. Ha una storia lunga 600 anni, che affonda le sue radici nel 16esimo secolo, il vino più rappresentativo della regione. Una seconda produzione di Verdicchio, seppur meno importante, si trova nella provincia maceratese, precisamente nella zona di Matelica.

Sono entrambe zone collinari quella di Jesi e quella di Matelica (la regione ne è composta per il 70%, mentre le zone pianeggianti sono pochissime): qui lo spettacolo e le suggestioni che offrono i vitigni alla vista e all’olfatto sono sorprendenti.

In questo articolo ti proponiamo un viaggio alla scoperta dei territori che rappresentano il cuore pulsante del Verdicchio, ripercorriamo la storia del “vino più marchigiano che c’è” e ti guidiamo nei suoi migliori abbinamenti a tavola. Pronto a partire?

Viaggio nelle Marche alla scoperta del Verdicchio dei Castelli di Jesi

Il nostro viaggio incomincia dall’area jesina, in provincia di Ancona, appena un centinaio di metri sul livello del mare. Prosegue allontanandoci verso le campagne più ad ovest della provincia di Ancona, per poi inerpicarci sulle colline di Matelica (meno di 10mila abitanti e un ricco patrimonio di chiese, nella provincia di Macerata), dove l’altitudine sale a 350 metri sul livello del mare. Sta anche nel microclima diverso la differenza tra le due produzioni: il Verdicchio di Matelica, i cui vitigni non beneficiano dell’effetto mitigatore del mare sul clima, ha un gusto più marcato, nel quale si sente tutto il “timbro” degli appennini che circondano il comune in provincia di Macerata. Più caldo e mediterraneo, invece, il Verdicchio dei Castelli di Jesi perché le colline della zona jesina sono proprio a ridosso del mare. Nel complesso, qui sono coltivati a Verdicchio 2.190 ettari di terra per 493 aziende produttrici (numeri dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini).

Nella zona di Jesi, del Verdicchio degli omonimi Castelli, vale la pena passeggiare per Corinaldo, consacrato nel 2007 “Il borgo più bello d’Italia” (qui è nata santa Maria Goretti); e per Morro d’Alba (1.800 anime tra Senigallia e Jesi), che vanta il primato di essere l’unico borgo d’Italia fortificato ad avere un camminamento rialzato nascosto lungo tutte le mura.

Tutt’intorno, chiese, santuari ed il fiume Esino, di importanza storica perché segnò il confine dell’avanzata dei Galli, gli stessi che fondarono Jesi. Ma anche le antiche Mura di Jesi ed una moltitudine di edifici storici di stile rococò: tappe imperdibili di un wine tour che sia anche di respiro culturale. Basta spostarsi di poco, poi, per entrare più all’interno del cuore produttivo della DOC di Jesi: ci si lasciano alle spalle i territori affacciati sul mare e si sale sulle colline di Cupramontana ed Apiro, sormontate dal Monte San Vicino.

Dai Castelli di Jesi a Matelica, la zona del Verdicchio si estende nel maceratese

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Il viaggio alla scoperta della zona di produzione della DOC del Verdicchio di Matelica, invece, si snoda lungo 7 comuni e ci porta nella provincia maceratese per 5 di loro, continuando ad interessare però anche una piccola parte di territori dell’Anconetano per 2 comuni.

Ecco le tappe:

  • Matelica, Esanatoglia, Gagliole, Castelraimondo e Camerino (tutte in provincia di Macerata)
  • Cerreto d’Esi e Fabriano (in provincia di Ancona)

Siamo nel cuore dell’Alta Vallesina: racchiusa tra i territori delimitati dai comuni di Castelraimondo, a sud, e Cerreto d’Esi, a nord, è l’unica valle di questa regione ad essere parallela al mare, anziché perpendicolare. Questa “chiusura” all’Adriatico, con esposizione a nord, determina un clima continentale, perfetto per i vitigni più forti e robusti del Verdicchio di Matelica. Non a caso, un vino più acido e forte, ma comunque armonico.

Verdicchio, storia centenaria di un vino sorprendentemente versatile

La DOC del Verdicchio dei Castelli di Jesi ha festeggiato lo scorso anno i 50 anni della sua denominazione ma, come abbiamo detto, la storia di questo bianco inserito tra i 100 migliori al mondo è secolare. E ne fa risalire il nome “Verdicchio” alla sfumatura verde che gli acini mantengono anche una volta maturati, senza virare al giallo. Vediamo in breve le caratteristiche che fanno di questo bianco autoctono non solo il vino principe delle Marche ma anche uno dei leader nel mercato mondiale:

  • Il Verdicchio è un vino fresco, secco e asciutto al palato, così versatile da prestarsi ad una moltitudine di abbinamenti
  • Al giallo paglierino associa sottili sfumature di verde (da qui il nome)
  • Profuma di fiori e di frutta (sul finale) e si caratterizza per un inconfondibile retrogusto di mandorla
  • Si producono ogni anno 18 milioni di bottiglie di Verdicchio dei Castelli di Jesi: la metà di queste finisce sui mercati esteri tra Usa, nord Europa, Germania, Regno Unito e Cina (dati Istituto Marchigiano di Tutela Vini)
  • Da 4 anni il Verdicchio è il vino bianco fermo più premiato dalle guide italiane ed oggi 2 ristoranti su 3 lo propongono nella loro carta

Numeri che spiegano perché il Verdicchio, complice il cinquantenario della DOC dei Castelli di Jesi celebrato nel 2018, sia diventato il volano dell’export enologico (e non solo) delle Marche, con una crescita nel mondo del 9% (dati Istat 2018).

Gli abbinamenti del Verdicchio: dalla carne al pesce, passando per i formaggi e il tartufo

La versatilità di questo bianco lo fa apprezzare tanto con la carne quanto con il pesce. Così il Verdicchio trova posto sulla tavola di tutti i giorni, dall’antipasto al dolce, perché si sposa perfettamente con una varietà di sapori che va dai formaggi ai dessert. Ottimo con le carni bianche e la selvaggina, ma anche con le verdure e i primi piatti (indifferentemente, paste, risotti e zuppe). Si presta benissimo ad essere abbinato con il pesce (al forno, alla griglia o al cartoccio) e si accompagna molto bene a molluschi e frutti di mare. Si sorseggia amabilmente sgranocchiando frutta secca. Stupisce se abbinato al tartufo, un altro prodotto d’oro del territorio marchigiano. Nelle versioni “Passito” e “Spumante”, il Verdicchio accompagna piacevolmente anche torte e dolci freschi o secchi. La curiosità: è detto il “Rosso vestito da bianco” perché le sue caratteristiche di vino longevo e capace di migliorare nel tempo lo fanno apprezzare anche dagli amanti del rosso.

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