Verdicchio dei Castelli di Jesi e Verdicchio di Matelica: differenze

brindisi con verdicchio di jesi e di matelica

Il bianco autoctono delle Marche si declina in due versioni territoriali: uno è il Verdicchio di mare, quello dei vitigni affacciati sull’Adriatico, l’altro è il Verdicchio di montagna, quello della valle stretta tra gli Appennini. Ecco come le diverse zone di produzione ne influenzano le caratteristiche organolettiche.

Il Verdicchio è il vino autoctono delle Marche, prodotto in queste zone da secoli, tanto da essere considerato il bianco simbolo della viticoltura della regione, ma anche uno dei 100 migliori al mondo. Deve il nome alla sfumatura verde che gli acini mantengono anche una volta maturati, senza virare al giallo. Il Verdicchio è un bianco fresco, secco e asciutto, dall’inconfondibile venatura verde sul colore giallo paglierino, profumato di fiori e di frutta. Versatile ed eclettico, si abbina bene tanto con la carne quanto con il pesce, passando per i formaggi e i dolci nelle versioni “Passito” e “Spumante”.

Com’è noto le denominazioni principali sono due: il Verdicchio dei Castelli di Jesi (in provincia di Ancona) e il Verdicchio di Matelica (in provincia di Macerata).

Entrambe vantano la DOC (Denominazione di Origine Controllata), entrambe provengono dallo stesso vitigno (il Verdicchio, la bacca bianca più diffusa nelle Marche) e da terreni collinari. Eppure hanno caratteristiche organolettiche diverse, lo sapevi? Anche se non sei un esperto di vini, ma più semplicemente un appassionato del buon bere, leggi questo articolo: ti spieghiamo in parole semplici e concrete la differenza tra il Verdicchio dei Castelli di Jesi e il Verdicchio di Matelica.

Verdicchio di Jesi e Verdicchio di Matelica, la differenza è nel clima diverso

Sta tutta nel microclima locale e nella distanza dal mare la differenza tra le due produzioni di Verdicchio e le loro peculiarità sensoriali. Il Verdicchio dei Castelli di Jesi è prodotto da uve dei vigneti spalancati sull’Adriatico, che beneficiano dell’azione mitigatrice del mare sul clima; i vigneti del Verdicchio di Matelica sono circondati dagli Appennini, esposti ad un clima più freddo e soprattutto ad escursioni termiche più forti. Tradotto nelle proprietà organolettiche del vino vuol dire che: il Verdicchio di Jesi è più “solare” e mediterraneo, il Verdicchio di Matelica più “montano” e acido. Vediamo nel dettaglio cosa vuol dire.

Il Verdicchio di Jesi è il Verdicchio di mare

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Quella dei Castelli di Jesi è la produzione di Verdicchio più antica delle Marche: vanta una storia lunga 600 anni. Ha festeggiato lo scorso anno i 50 anni della DOC (1968-2018) e vive una nuova stagione d’oro:  per quattro anni il Verdicchio dei Castelli di Jesi è stato il bianco fermo più premiato dalle guide italiane.  Se ne producono ogni anno 18 milioni di bottiglie: la metà finisce sul mercato estero. Tanto che negli ultimi 10 anni l’export è cresciuto del 50%.

Come abbiamo detto sopra, le colline della zona jesina sono proprio a ridosso del mare: Corinaldo e Morro d’Alba (appena 200 metri sul livello del mare) sono alcuni dei territori che guardano l’Adriatico, sui quali si coltiva questa particolare bacca bianca che è la più diffusa delle Marche. Sul terreno argilloso e calcareo soffia anche la sabbia: qui l’uva ha tutto il profumo del sole e del mare.

Con i suoi 2.190 ettari di terra per 493 aziende produttrici (fonte: Istituto Marchigiano di Tutela Vini), la zona di produzione del Verdicchio dei Castelli di Jesi è così ampia da rendere opportuna un’ulteriore distinzione climatica all’interno della stessa denominazione. La produzione di questa DOC, infatti, arriva anche da colline che superano i 500 metri di altitudine, come nei territori di Cupramontana (Ancona) ed Apiro (Macerata): qui il tratto più montano si fa sentire anche nel vino, con peculiarità così spiccate da essere valse a Cupramontana (siamo sulla sommità di una collina nella Vallesina) il titolo di “capitale del Verdicchio”. 

Il Verdicchio dei Castelli di Jesi viene invecchiato anche in una fortunata Riserva.

Il Verdicchio di Matelica è il Verdicchio di montagna

La produzione del Verdicchio di Matelica si snoda tra Matelica (siamo a 350 metri s.l.m., l’altitudine sale già rispetto alle colline della provincia di Jesi) , Esanatoglia, Gagliole, Castelraimondo e Camerino (in provincia di Macerata) e le campagne di Cerreto d’Esi e Fabriano (in provincia di Ancona). Siamo nel cuore dell’Alta Vallesina, l’unica valle di questa regione ad essere parallela al mare, anziché perpendicolare come le altre. Sta tutto qui il tratto caratteristico di questo vino “di montagna”, che a differenza di quello dei Castelli di Jesi non vede mai il mare. La “chiusura” all’Adriatico, con esposizione a nord, determina un clima continentale, perfetto per i vitigni più forti e robusti del Verdicchio di Matelica. Ne deriva un bianco più forte, con acidità più pronunciata ma alcol più contenuto. Un perfetto equilibrio che dà vita ad un vino armonico e delicato, con un amabile retrogusto amarognolo.

All’interno della produzione del Matelica si distingue la Riserva: una DOCG di sicuro pregio.

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