Prodotti d’autunno nelle Marche: olio, mele e funghi

raccolta delle olive marchigiane

Da settembre la campagna si colora di rosso e arancio e i profumi si arricchiscono di sottobosco. Ecco quali sono i freschi da prediligere.

Le olive (da cui si ricava un pluripremiato extravergine) e i funghi rappresentano da sempre un vanto della cucina contadina delle Marche, le mele rosa dei Monti Sibillini sono sin dall’antichità il fiore all’occhiello dell’agricoltura locale.

Cosa accomuna olio, funghi e mele? Si tratta di tre prodotti dell’autunno che la campagna marchigiana regala ogni anno e che incantano per gusto e profumo.

In questo post andiamo alla scoperta delle loro peculiarità e parliamo di:

  • l’olio extravergine di oliva marchigiano
  • i funghi che si raccolgono nelle Marche
  • le mele rosa dei Monti Sibillini

L’olio extravergine delle Marche: un elisir di lunga vita certificato Igp

L’extravergine italiano non ha bisogno di presentazioni: alimento base della dieta mediterranea, è considerato un elisir di lunga vita, oltre che l’unico condimento che risponde ad esigenze di salute e benessere.

Nella produzione nazionale, che tutto il mondo ci invidia, spicca l’Olio Extravergine delle Marche, di tradizione antichissima (era coltivato nel Piceno già dall’VIII secolo a.C) e qualità sopraffina certificata dal riconoscimento Igp.

Complice un microclima ideale e l’apertura verso il mare, sulle colline marchigiane si coltivano diverse varietà di olive (utilizzate anche per le inimitabili olive all’ascolana).

Sta in questo mix il segreto di un extravergine dalle caratteristiche organolettiche uniche, capace di virare dal gusto fruttato a quello più acerbo, fino al “piccante”, passando per il più dolce sentore di mandorla.

A prescindere dalla cultivar, l’eccellente qualità del prodotto finale, fondamentale nelle ricette della tradizione gastronomica locale (come i vincisgrassi), fa dell’olio marchigiano un prodotto locale molto apprezzato anche sui mercati esteri.

I funghi marchigiani: uno dei simboli della cucina rurale della regione

Porcini, prataioli, spugnole, morette, nebbioli, ovuli: i boschi delle Marche regalano una grande varietà di funghi (ma anche di tartufi)  con i quali si preparano alcuni dei più rappresentativi prodotti gastronomici del territorio: lasagne, polenta, pasta all’uovo (i maccheroncini di Campofilone), oltre che prelibati secondi di carne.

Il tutto superbamente accompagnato dall’inconfondibile intensità di un vino Rosso Piceno.

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Tra i funghi, una menzione particolare meritano i funghi San Giorgio (devono il nome al fatto che spesso spuntano a fine aprile, in prossimità della festa di San Giorgio che cade il 23), a cui sono dedicati anche festival e sagre.

Gli appassionati del genere conosceranno bene le località dell’appennino umbro-marchigiano più rinomate in materia: la passeggiata in cerca di funghi si snoda tra il Monte Nerone, il Monte Catria, il Monte Acuto, la Genga e il Parco della Gola Rossa.

La mela rosa dei Monti Sibillini: un frutto tra i più antichi d’Italia

Zuccherina e acidula al tempo stesso, dall’inimitabile colore rosa capace di virare fino all’arancio e al rosso, la mela rosa dei Monti Sibillini è considerata una varietà autoctona della regione, in particolare della zona tra Ascoli Piceno e Macerata.

La sua coltivazione è tra le più antiche d’Italia (leggi qui la sua storia millenaria) e da queste parti è diffusissima da sempre in virtù di due caratteristiche che la rendono unica:

  • questa varietà di mela vanta un lungo periodo di conservazione (in inverno riempiva le dispense delle case contadine per assicurare frutta durante la stagione fredda)
  • cresce anche ad altitudini elevate per i frutteti più comuni (sino a 900 metri).

La biodiversità della mela rosa dei Monti Sibillini è stata riconosciuta da Slow Food nel 2000.

La sua qualità certificata, semmai ce ne fosse bisogno, è ulteriore garanzia di un frutto eccellente per gusto e profumo il cui utilizzo in cucina è molto versatile, dalla colazione alla merenda, passando per i pasti principali.

La mela rosa, infatti, entra di diritto nelle insalate più sfiziose, accompagna bene la carne, si presta in modo eccellente alla preparazione di dolci della tradizione marchigiana, come le crostate e la variante dei maritozzi marchigiani con la confettura.

Capitolo a parte per l’impiego della mela rosa dei Monti Sibillini nelle confetture: la composta che se ne ottiene è così naturalmente cremosa, grazie alle proprietà della sua polpa soda e croccante, che non necessita dell’aggiunta di pectina o altri addensanti industriali.

Il risultato è una “mela al cucchiaio” pronta da gustare in tutta la sua naturalezza. Capace di stupire persino negli aperitivi se accostata ai formaggi poco stagionati.

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